Colossi come Amazon licenziano mentre le piccole imprese artigiane vogliono assumere
I settori con maggiore difficoltà di reperimento: metalmeccanica, edilizia e trasporti
Il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio: “A dicembre, i comparti a forte vocazione artigiana cercavano oltre 2.300 figure professionali. Sono moltissime le difficoltà per reperirli. Eppure, noi i collaboratori li conosciamo per nome, li formiamo e ce li teniamo stretti”.
Mentre colossi come Amazon, operativa anche a Vigonza, annunciano licenziamenti, l’artigianato continua a cercare personale, spesso senza trovarlo.
“I giovani sono attratti dai grandi nomi, ma negli ultimi mesi abbiamo visto, non solo Amazon, ma altri altisonanti marchi internazionali lasciare a casa, magari con un’e-mail, il personale. Le nostre aziende artigiane, invece, continuano a voler assumere – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio – spesso, di fronte ad un aumento delle ordinazioni, si trovano costrette a rinunciare per mancanza di personale”.
“I nostri collaboratori li teniamo stretti perché non sono per noi solo numeri di matricola, sono persone che abbiamo formato, che conosciamo per nome e con le quali lavoriamo ogni giorno. Credo che tutto ciò costituisca un valore aggiunto per un giovane che entra a far parte del mondo artigiano”.
Secondo i dati del Sistema informativo Excelsior, realizzati da Unioncamere e Anpal, in provincia di Padova, a dicembre, erano 2.310 le figure professionali ricercate per i comparti a forte vocazione artigiana.
I settori con maggiore difficoltà di reperimento di personale sono stati la metalmeccanica, i trasporti e l’edilizia. La metalmeccanica ha cercato 620 figure professionali, con una difficoltà di reperimento del 70%. I trasporti avevano bisogno di incrementare il loro personale di 320 unità, ma non hanno trovato il 71,5% delle figure professionali richieste. L’edilizia, complice il boom di apertura di cantieri legati al Superbonus, aveva bisogno di inserire 230 persone, ma ne ha trovate meno della metà. La difficoltà di reperimento per questo settore è stata, infatti, del 60%.
“Qualche settimana fa, nel corso dell’assemblea nazionale di Confartigianato, abbiamo ricordato alla premier Meloni che le micro-piccole imprese, tra luglio 2021 e giugno 2022, hanno garantito il 71% dei posti di lavoro creati in Italia – precisa Dall’Aglio -. Inoltre, abbiamo ricordato che il nostro fiore all’occhiello è la bilateralità, un vero e proprio modello di welfare sociale ed aziendale che ha tutelato i dipendenti delle imprese artigiane durante la pandemia e che continua ad essere un punto di riferimento anche in questi mesi difficili a causa del caro energia. Noi chiediamo che si investa di più nella formazione, per aumentare i livelli di occupazione femminile e giovanile, per fronteggiare il sempre più grave problema del mismatch delle competenze e della difficoltà di reperimento del personale, per contrastare l’abbandono scolastico, per combattere il fenomeno dei NEET, di cui abbiamo il primato negativo in Europa”.