Come diventare un marmista?
Il marmista nel proprio laboratorio effettua una serie di operazioni tecnologiche (segagione, fresatura, levigatura, lucidatura, ecc.) utilizzando vari materiali (marmi, graniti, ardesie, ecc.). La sua attività riguarda per lo più la lavorazione “materiali lapidei” che poi vengono utilizzati per i diversi impieghi richiesti nel comparto costruzioni, spaziando dall’edilizia residenziale (rivestimenti, pavimentazioni, davanzali, soglie, ecc.) alla realizzazione di opere per edifici sacri (altari, lapidi cimiteriali, etc.), fino alla produzione di prodotti per l’arredamento (ad es. ripiani per bagni e cucine).
Per intraprendere l’attività del marmista, oltre ad essere dotati di abilità manuale, precisione ed estro artistico, è necessario effettuare una serie di passaggi burocratici, come ad esempio aprire la Partita Iva registrandosi sotto la categoria di marmista.
Sebbene non vi sia una norma di accesso alla professione riguardante la categoria, oltre all’esperienza maturata sul campo, è consigliabile formarsi aderendo alle molteplici proposte inerenti i vari aspetti della gestione di impresa (amministrazione, ambiente, sicurezza, ecc.).
In questa fase, il sistema Confartigianato può esserti di grande aiuto grazie alla vasta gamma di proposte formative miranti a garantire l’eccellenza dei professionisti del settore.
Aprire una partita IVA come marmista
Per avviare l’attività di marmista è necessario seguire i seguenti passaggi:
- aprire la Partita Iva e PEC
- iscriverti al Registro delle Imprese e Albo Imprese Artigiane
- iscriversi all’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale)
- sottoscrivere un’assicurazione presso l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro)
Mettersi in proprio, infatti, richiede l’iscrizione alla CCIAA della provincia in cui si intende operare e quella al fondo previdenziale di riferimento (INPS) per i contributi della pensione e quella all’INAIL per sottoscrivere l’assicurazione.
Dopo aver presentato tutta la documentazione presso questi enti e aver avuto un riscontro positivo, bisogna compilare la SCIA (Segnalazione di Inizio Attività) da presentare allo SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del proprio Comune.
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Cosa serve per aprire un laboratorio di marmista
Sistemata la burocrazia ed effettuate tutte le registrazioni, per aprire un laboratorio di marmista è necessario presentare al Comando della Provincia dei Vigili del Fuoco una relazione tecnica dettagliata dei materiali presenti in bottega e dei tipi di lavorazione che caratterizzeranno la tua attività. Solo dopo aver effettuato tutte le verifiche del caso, l’ente riconoscerà il Certificato di Prevenzione per gli Incendi, indispensabile per avviare l’attività.
Inoltre, aprire un laboratorio di marmista significa anche lavorare con attrezzature che possono essere molto rumorose o ingombranti e pertanto occorre:
- assicurarsi che il locale abbia le dimensioni adeguate
- ottenere le autorizzazioni ambientali (per gli scarichi idrici, per le emissioni in atmosfera e per l’impatto acustico dei macchinari)
Aprire un laboratorio di marmista: i costi da sostenere
Nel piano delle uscite è essenziale considerare:
- il pagamento delle pratiche burocratiche
- le spese per le attrezzature
- il canone d’affitto del locale o la spesa per acquistarlo direttamente.
Esistono dei programmi di finanziamento parziale o totale a seconda della categoria a cui si appartiene: rivolgersi a consulenti esperti è una scelta strategica per avviare al meglio la tua attività artigiana.
Aprire un’impresa di posatore: cosa ti serve sapere
Il posatore, come suggerisce il nome, si occupa della posa in opera di piastrelle (in ceramica, calcestruzzo o pietra da taglio), parquet e altri rivestimenti, realizzazione di pavimenti alla veneziana ed altri allestimenti con l’utilizzo di marmo, granito o ardesia sia su pavimenti che su parete. Inoltre, è specializzato nell’applicazione di stucchi ornamentali, nel trattamento di pavimenti (levigatura, lucidatura, rasatura, ecc.) e nella realizzazione di pavimenti continui (in resina, cemento, ecc.)
Per operare come specialista nella posa e riparazione di pavimenti occorre sia una conoscenza ottimale di materiali e tecniche da maturarsi sul campo che una spiccata propensione ad ampliare le proprie conoscenze in vari ambiti.
Per intraprendere tale attività, infatti, oltre ad essere dotati di abilità manuale e precisione, è necessario effettuare una serie di passaggi burocratici, come ad esempio aprire la Partita Iva.
Sebbene non vi sia una norma di accesso alla professione riguardante la categoria, pertanto, è consigliabile formarsi su vari aspetti della gestione di impresa (amministrazione, ambiente, sicurezza, ecc.).
In questa fase, il sistema Confartigianato può esserti di grande aiuto grazie alla vasta gamma di proposte formative miranti a garantire l’eccellenza dei professionisti del settore.
Aprire un’impresa di posatore: requisiti
Non sono richiesti requisiti specifici, se non un’esperienza maturata sul campo. Sia che tu intenda lavorare in autonomia, sia che tu voglia aprire un’attività che prevede dei collaboratori, è necessario avere la Partita Iva.
Per avviare l’attività di posatore occorre seguire i seguenti passaggi:
- aprire la Partita Iva e PEC
- iscriverti al Registro delle Imprese e Albo Imprese Artigiane
- iscriversi all’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale)
- sottoscrivere un’assicurazione presso l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro)
Se intendi partecipare alle gare d’appalto pubbliche, ti servirà anche della documentazione che attesti la trasparenza del tuo bilancio e nello specifico:
- il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva)
- la certificazione di pulizia aziendale dalle attività illecite rilasciata dalla BDNA (Banca Dati Nazionale Antimafia)
Ti ricordiamo che per concorrere per un appalto pubblico superiore ai 150.00€, bisogna essere, per legge, in possesso dell’attestazione SOA, che regola i contratti pubblici di lavoro ed è rilasciata dall’AVCP (Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture).
Aprire un’impresa di posatore: i costi
I costi per avviare un’attività edile vanno pianificati nel dettaglio, le maggiori voci di spesa che dovrai sostenere sono quelle per:
- ottemperare alle pratiche burocratiche
- pagare gli stipendi dell’eventuale personale
- acquistare le attrezzature per l’attività
- saldare l’affitto di un eventuale ufficio o show room
Esistono dei programmi di agevolazione per l’avvio di un’attività edile, che possono essere richiesti in base ad alcuni requisiti e all’appartenenza ad alcune categorie specifiche, come quella degli imprenditori o delle imprenditrici giovani. I consulenti di Confartigianto sono sempre aggiornati su tutte le nuove politiche per gli incentivi alle imprese e possono consigliarti al meglio.
Cosa Confartigianato può fare per te
Confartigianato ascolta le tue richieste e ti supporta nelle fasi iniziali di avviamento e in quelle successive di mantenimento della tua impresa. Ti offriamo una consulenza strategica che tiene conto di tutte le specificità legate al tuo mestiere.
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